Venerdì 3 novembre, 20:40. Sulla televisione scorrono immagini di acqua scura e fango, con in mezzo le facce stanche dei soccorritori volontari, armati di pala e cuore, che cercano disperatamente di combattere la disperazione di chi ha perso la casa, l’auto, l’attività, e qualcuno purtroppo anche una persona cara.
Ci sentiamo in chat, siamo smarriti ma sentiamo che anche noi forse possiamo, e se possiamo dobbiamo, fare qualcosa, non solo come cittadini – a quello ciascuno penserà da sé – ma come Associazione. Siamo solo in 6, ma facciamo parte di un esecutivo che non si ferma mai perché questo è quello che i Soci si aspettano da noi, e stavolta c’è davvero bisogno di un aiuto concreto e tempestivo. Ci sono Colleghi che hanno lo Studio allagato, la loro attività potrà ripartire solo quando riusciranno a tirarla fuori dalla melma e potranno capire quanti sono i danni. E nel frattempo? Fermare il lavoro è già di per sé un danno ingente, e i pazienti hanno bisogno di continuità nell’assistenza, qualcuno ha urgenze che non possono attendere a lungo, o cure da terminare senza troppa latenza per non comprometterne il risultato. Ai Colleghi danneggiati servirebbe un posto in cui poter “appoggiare” la propria operatività mentre cercano di ripristinare il proprio Studio; e siamo certi che, se potessimo organizzare una richiesta di disponibilità da parte di tutti i nostri Soci ad offrire ospitalità temporanea, avremmo centinaia di risposte pronte e solidali. Non c’è concorrenza che tenga in questi frangenti, e la logica puramente commerciale delle Catene non è quella dei …. Soci fiorentini, che conosciamo quasi tutti molto bene perché amici di qualcuno di noi; il problema è la burocrazia, i tanti adempimenti che regolano la nostra attività e che, seppur necessari, in un momento come questo ci inchiodano a chiederci come poter svincolare il Professionista anche solo temporaneamente.
Discutiamo per un po’ delle possibili soluzioni, anche animatamente perché siamo tutti partecipi e determinati, e la via della richiesta urgente di deroga alle Autorità competenti resta l’unica percorribile. Anche perché oggi il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo stato di emergenza per 4 provincie Toscane, ed è forse il momento giusto per presentare una richiesta di questo tipo; e pensiamo sia giusto coinvolgere l’Ordine, per estendere a tutti i medici questa possibilità e per costituirlo garante della regolarità, tenutario delle comunicazioni di trasferimento temporaneo che verranno depositate.
Lunedì 5 novembre Valerio ( dott. Valerio Fancelli, il nostro Presidente Provinciale: ma è Valerio per noi e per tutti i nostri Soci) presenta una bozza di lettera a firma congiunta dei presidenti di FTOM, CRO, Dipartimento ANDI Toscana, OMCeO, CAO, Sezioni provinciali ANDI, con cui, su iniziativa di ANDI Fi, si chiede al Governatore della Toscana, Eugenio Giani, all’Assessore alla Sanità, Simone Bezzini, al Direttore della Direzione sanità, welfare e coesione sociale, Federico Gelli, di consentire a tutti i Medici, Odontoiatri e altri Specialisti, la possibilità di trasferire la propria operatività, per il tempo necessario alla sistemazione della propria sede compromessa dagli eventi atmosferici, in altra struttura (es.: studio di un collega o poliambulatorio) in deroga alle norme autorizzative. Piena approvazione di tutti gli interessati, e alle 10:45 del 9/11 novembre, l’ANSA batte la notizia che il Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità la proposta di risoluzione del Consigliere Ulmi, Vicepresidente della Commissione Sanità, che riprende totalmente il testo della richiesta “che va incontro alle necessità di molti professionisti che hanno visto i loro ambulatori danneggiati a causa del maltempo”. Il 13 novembre il Bollettino Ufficiale della Regione Toscana pubblica il testo dell’Ordinanza n. 92 del 10/11/2023, che riporta le “Misure urgenti in materia di autorizzazione” per gli Studi medici e le Strutture dei territori colpiti dall’emergenza. Ce l’abbiamo fatta. Adesso tocca a voi, Soci e Colleghi che potete, fare la vostra parte nei confronti dei Colleghi in difficoltà.